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Federico Clapis: “l’arte digitale prenderà il 90% del mercato globale”

Abbiamo intervistato l’artista Federico Clapis per parlare con lui di arte digitale, NFT e molto altro ancora.

Qui l’intervista completa con Federico Clapis:

Sei passato dal digitale all’arte contemporanea. Come ha influenzato questa transizione il tuo posizionamento nel mercato dell’arte?

L’esperienza con i contenuti digitali ha sicuramente formato un’intrinseca conoscenza dell’utilizzo dei mezzi contemporanei, traslata poi nella promozione dell’arte e della nuova verticalità del mio profilo. Quindi reputo sia stato un percorso per me essenziale e prezioso.

Come integri tecnologia e creatività nel tuo lavoro, e quale ruolo pensi abbiano nell’evoluzione del mercato dell’arte?

Tecnologie e creatività sono strettamente interconnessi in quanto la mia curiosità mi guida verso l’esplorazione costante delle nuove tecnologie applicabili all’arte, trasformando il mio viaggio introspettivo anche in un’esplorazione scientifica.

Che opinione hai sul concetto di coefficiente artistico? Ritieni che rifletta adeguatamente il valore di un artista?

Credo sia un concetto destinato a scomparire così come buona parte dei paradigmi ai quali il vecchio mondo dell’arte a cercato di attenersi goffamente in questi ultimi vent’anni.

In quali mercati geografici vedi maggiore interesse per il tuo lavoro e quali strategie utilizzi per posizionarti a livello internazionale?

La community più pulsante che noto tra le interazioni e collezionisti è senza dubbio quella del mercato americano in quanto occupa la fetta più grande, probabilmente per tutti coloro che operano nell’arte digitale.

Il tuo lavoro spesso affronta temi esistenziali. Quanto pensi che l’impatto sociale delle tue opere influenzi il loro valore di mercato?

Mi trovi molto disilluso sulla stretta correlazione che possa esserci tra impatto sociale e valore di mercato, pochi hanno la sensibilità di introspezione e questi non sono sufficienti a caratterizzare una massa critica che incida sul valore di mercato. Hype, posizionamento e relazioni purtroppo determinano quest’ultimo.

Sei uno dei pionieri nell’utilizzo degli NFT nell’arte. Qual è la tua visione sull’evoluzione di questo settore?

Credo che nel corso degli anni, eventualmente a decenni l’arte digitale sarà totalizzante, prendendosi il 90% del mercato dell’arte globale.

Che tipo di rapporto hai con i tuoi collezionisti e come costruisci una community attorno alle tue opere?

Con i collezionisti, si è costruito in questi anni un bellissimo rapporto di stima reciproca. Credo sia un percorso di stretta interdipendenza, ma in cui si può crescere insieme.

Quali sono, secondo te, le tendenze più interessanti che influenzeranno il mercato dell’arte nei prossimi anni?

E’ davvero difficile intercettare cosa potrebbe succedere nei prossimi anni dopo che con l’avvento dell’AI il concetto di immagine stesso, che sia questa un JPEG o un video, perde notevolmente di fascino e di valore indipendentemente da chi lo produce, se umano o intelligenza artificiale. Credo nascano opere sensoriali attraverso nuovi dispositivi cerebrali . Non vedo l’ora di lavorarci.

Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti e su come pensi possano incidere sul tuo valore nel mercato?

Ho un grosso progetto 2025 di cui però purtroppo ancora non posso anticipare nulla. Sento che potrebbe essere un game change per il mio percorso e forse anche per l’intero ecosistema. Nel mentre mi sto occupando sempre di più di sviluppo all’interno di metaversi, argomento brutalmente inflazionato nel 2021 ma che troverà sicuramente reale espressione all’interno delle abitudini umane nel corso dei prossimi anni, ne ho scoperto una grande passione e credo che occuperà buona parte della mia vita.

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