L’acquisizione di Casa Gomis, conosciuta anche come La Ricarda, da parte del Ministero della Cultura spagnolo rappresenta un momento significativo per la tutela del patrimonio architettonico e culturale del Paese.
Questo evento è stato fortemente influenzato dall’inclusione della residenza tra le sedi di Manifesta 15, la biennale europea di arte contemporanea, che ha portato l’attenzione su questo capolavoro del razionalismo catalano.
In questo articolo, esamineremo come manifestazioni culturali come Manifesta possano promuovere la conservazione dei luoghi storici, il dibattito suscitato dalla biennale e le prospettive future per Casa Gomis.
Casa Gomis: Un capolavoro architettonico
Casa Gomis, progettata dall’architetto Antonio Bonet Castellana tra il 1957 e il 1963, è situata nel Delta del Llobregat, nei pressi dell’aeroporto di El Prat e di un’area balneare. Questo edificio è un esempio straordinario di razionalismo catalano, integrando architettura e natura in un equilibrio armonioso.
Le sue caratteristiche distintive includono una struttura modulare, ampie superfici vetrate e una connessione fluida con il paesaggio circostante.
Nonostante il suo valore architettonico, Casa Gomis ha affrontato molteplici minacce nel corso degli anni, tra cui l’espansione dell’aeroporto di Barcellona, che rischiava di compromettere il suo contesto ambientale.
Grazie a un rinnovato interesse per il patrimonio architettonico, stimolato anche da eventi culturali come Manifesta 15, l’edificio è stato recentemente acquistato dal Ministero della Cultura spagnolo per 7,2 milioni di euro.
Questo intervento garantirà la sua conservazione e apertura al pubblico come centro culturale.
Manifesta 15: un evento decentralizzato a Casa Gomis
Manifesta 15, tenutasi nel 2024, ha rappresentato una svolta significativa nel panorama delle biennali di arte contemporanea. Contrariamente alle edizioni precedenti, questa manifestazione non si è concentrata nel centro città, ma ha scelto di coinvolgere località periferiche dell’area metropolitana di Barcellona.
Tra le principali sedi vi erano:
- Casa Gomis: Protagonista dell’evento, ha ospitato installazioni e performance che ne hanno valorizzato l’architettura unica.
- Le Tre Chimeneas (Tres Chimeneas): Un complesso industriale abbandonato, trasformato in un luogo per installazioni site-specific.
- Il Monastero di Sant Cugat: Una struttura storica che ha ospitato eventi e mostre di arte contemporanea.
Questa scelta di decentralizzazione ha portato l’attenzione su località spesso trascurate, evidenziandone il valore culturale e architettonico. Casa Gomis, in particolare, ha beneficiato enormemente di questa esposizione, con un notevole incremento di visitatori e interesse da parte dei media.
L’impatto di Manifesta 15 su Casa Gomis
La partecipazione di Casa Gomis a Manifesta 15 ha avuto un impatto diretto sulla decisione del governo spagnolo di acquisire l’edificio. La manifestazione ha permesso a un vasto pubblico di scoprire il valore storico e architettonico della residenza, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di tutelarla.
Durante Manifesta, Casa Gomis è stata utilizzata come sede per installazioni artistiche che dialogavano con l’architettura e il paesaggio circostante.
Questo approccio ha evidenziato l’importanza della residenza non solo come edificio storico, ma anche come spazio dinamico capace di ospitare eventi culturali contemporanei.
Secondo le dichiarazioni del Ministero della Cultura, la decisione di acquistare Casa Gomis è stata anche influenzata dalla volontà di preservare un patrimonio minacciato dall’urbanizzazione e di trasformarlo in un centro culturale aperto al pubblico. L’esposizione mediatica fornita da Manifesta ha svolto un ruolo cruciale in questo processo.
Critiche a Manifesta 15
Nonostante il successo di Manifesta 15 nel promuovere la conservazione di Casa Gomis, la manifestazione non è stata esente da critiche. Alcuni esponenti del mondo dell’arte locale hanno lamentato una scarsa interazione con gli esperti d’arte autoctoni.
In particolare, si è osservato che la biennale si è concentrata maggiormente sul coinvolgimento di comunità specifiche, trascurando un dialogo più ampio con gli artisti e i curatori locali. Questa percezione ha sollevato interrogativi sull’efficacia di eventi culturali che non riescono a integrare adeguatamente le diverse voci del territorio.
Un’altra critica rivolta a Manifesta riguarda la difficoltà di accesso alle sedi, situate in località periferiche e non sempre ben collegate con il centro città. Sebbene questa scelta fosse parte integrante della strategia di decentralizzazione, ha sollevato questioni sulla logistica e sull’effettiva inclusività dell’evento.
Conservazione e valorizzazione del patrimonio
L’acquisizione di Casa Gomis da parte del Ministero della Cultura è un esempio concreto di come le manifestazioni culturali possano fungere da catalizzatori per la tutela del patrimonio. Questo caso sottolinea l’importanza di eventi come Manifesta nel promuovere un rinnovato interesse per luoghi storici e architettonici che rischiano di essere dimenticati o trascurati.
La trasformazione di Casa Gomis in un centro culturale rappresenta un’opportunità per coinvolgere le comunità locali e internazionali in iniziative culturali, educative e artistiche. Inoltre, questo intervento può servire da modello per altre località che desiderano valorizzare il proprio patrimonio attraverso eventi culturali di respiro internazionale.
Un modello per il futuro
Il caso di Casa Gomis dimostra che il successo di una manifestazione culturale non si misura solo in termini di partecipazione o visibilità, ma anche nel suo impatto a lungo termine sulla comunità e sul patrimonio locale.
Per garantire un impatto duraturo, è fondamentale:
- Coinvolgere le comunità locali: Il dialogo con gli esperti e gli artisti locali deve essere una componente centrale di qualsiasi manifestazione culturale.
- Pianificare la sostenibilità: Eventi come Manifesta devono lasciare un’eredità tangibile, promuovendo la conservazione e la valorizzazione del patrimonio.
- Assicurare l’accessibilità: La scelta di sedi periferiche deve essere bilanciata da un’adeguata pianificazione logistica per garantire l’accesso a un pubblico ampio e diversificato.
L’arte aiuta la conservazione del patrimonio culturale
L’acquisizione di Casa Gomis è un esempio emblematico di come l’arte contemporanea possa agire come catalizzatore per la conservazione del patrimonio culturale e architettonico. Manifesta 15 ha giocato un ruolo cruciale nel portare l’attenzione su questa residenza unica, evidenziandone il valore e contribuendo a garantirne la tutela per le generazioni future.
Il successo di questo intervento dimostra l’importanza di integrare eventi culturali e strategie di conservazione, creando sinergie tra passato e presente. Casa Gomis, con la sua storia e il suo futuro come centro culturale, rappresenta una testimonianza tangibile del potenziale trasformativo dell’arte contemporanea.
Resta ora da vedere come il Ministero della Cultura spagnolo saprà valorizzare questa nuova acquisizione, garantendo che Casa Gomis continui a essere un luogo di ispirazione e creatività per artisti e visitatori da tutto il mondo.
IMMAGINE: De Kent Wang – Trabajo propio, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=155202388

Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin.
Precedentemente è stata un’autrice di diversi magazine crypto all’estero e CMO di Eidoo. Oggi è anche co-founder e direttrice di Econique e della rivista Cryptonomist. E’ stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes.
Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro “NFT: la guida completa’” edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.