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Arte Povera: protagonisti e mercato

L’Arte Povera, movimento artistico nato in Italia tra il 1967 e il 1972, ha recentemente conosciuto una rinnovata attenzione mediatica e di mercato anche grazie a una mostra alla Bourse de Commerce di Parigi.

Questa esposizione ha riportato sotto i riflettori opere caratterizzate dall’uso di materiali semplici e quotidiani, sottolineando l’attualità di un’arte che sfida le convenzioni tradizionali.​

Origini e Filosofia dell’Arte Povera

Coniato dal critico Germano Celant nel 1967, il termine “Arte Povera” descrive un gruppo di artisti italiani che, tra il 1967 e il 1972, si opposero all’opulenza del Pop Art e all’egemonia culturale americana. Utilizzando materiali poveri e rustici, questi artisti miravano a esprimere concetti simbolici e spirituali, enfatizzando l’economia dei mezzi e una critica al consumismo. ​

Principali Esponenti e Opere Significative

Negli ultimi anni, le opere dell’Arte Povera hanno raggiunto valutazioni significative nelle aste internazionali.

Ad esempio, nel 2013, un’opera di Piero Manzoni intitolata “Achrome” (1958) è stata venduta per 12,5 milioni di dollari da Christie’s a New York . Allo stesso modo, una “Mappa” di Alighiero Boetti del 1989 ha raggiunto 2,4 milioni di dollari nel 2010 .​

Ecco una panoramica dei record d’asta per alcuni artisti dell’Arte Povera:​

  • Piero Manzoni: “Achrome” (1958) venduto per 12,5 milioni di dollari nel 2013 .​
  • Alighiero Boetti: “Mappa” (1989) venduta per 2,4 milioni di dollari nel 2010
  • Michelangelo Pistoletto: “Autoritratto del 62” (1962-1965) venduto per 1,7 milioni di dollari nel 2013 .​
  • Mario Merz: “Igloo Objet cache-toi” (1968-1977) venduto per 1,3 milioni di dollari nel 2005
  • Jannis Kounellis: “Untitled” (1960) venduto per 1,07 milioni di dollari nel 2008

Evoluzione del Mercato dell’Arte Povera

Negli ultimi decenni, il mercato dell’Arte Povera ha vissuto oscillazioni significative. Tra il 2014 e il 2016, le opere di artisti come Anselmo e Fabro hanno raggiunto picchi nelle vendite all’asta. Tuttavia, successivamente, i valori si sono stabilizzati, con alcune opere vendute a prezzi inferiori rispetto ai massimi precedenti.

Ad esempio, nel 2015, “Italia dell’emigrante” di Luciano Fabro è stata venduta per 2,7 milioni di sterline, mentre nel 2017, “Uomo che guarda un negativo” di Pistoletto ha raggiunto 3,7 milioni di sterline.

Nonostante alcune flessioni, l’interesse per l’Arte Povera rimane vivo, soprattutto grazie a esposizioni internazionali che ne rinnovano la visibilità.

Tuttavia, nel 2024, mentre il mercato ha premiato artisti surrealisti, l’Arte Povera non ha registrato incrementi significativi nelle valutazioni, nonostante importanti mostre come quella alla Bourse de Commerce di Parigi. ​

Considerazioni Finali

L’Arte Povera continua a rappresentare un capitolo fondamentale nella storia dell’arte contemporanea, offrendo una riflessione profonda sull’uso dei materiali e sul significato dell’opera d’arte.

Sebbene il mercato abbia mostrato andamenti altalenanti, l’interesse culturale e critico per questo movimento persiste e sembra aumentare negli ultimi anni.

Resta da vedere come le future generazioni di collezionisti e critici rivaluteranno queste opere, nate come protesta contro il consumismo e oggi oggetto di collezione da parte delle élite.

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