Sandie Zanini è la co-proprietaria della galleria Zanini Arte che abbiamo intervistato per saperne di più su come si dovrebbe investire in arte, o almeno avere dei consigli da un esperto che è ogni giorno a contatto con artisti e collezionisti.
Da oltre 100 anni questa galleria italiana è un punto di riferimento nello scenario dell’arte contemporanea e anche nel settore degli NFT. Fin dagli albori del movimento della crypto arte ambisce a creare una convergenza tra i due mondi dell’arte: fisica e digitale.
Per questo suo aspetto cosi interessante e particolare abbiamo intervistato Sandie Zanini. Qui di seguito l’intervista completa.
Quali criteri utilizzi per selezionare le opere da esporre nella tua galleria?
Prima di tutto, scelgo solo artisti e opere che mi piacciono. Per me, essere galleristi significa essere appassionati e collezionisti d’arte, non semplici mercanti. L’opera d’arte deve coinvolgere l’occhio, la mente e il cuore di chi la sta guardando. Se io in primis non mi innamoro di un’opera, come posso trasmetterne il valore agli altri?
Come si sviluppa il rapporto con gli artisti rappresentati? Che ruolo gioca la galleria nel loro percorso di crescita?
È un rapporto diretto, basato sulla fiducia.
La galleria è fondamentale per un artista: lo supporta nel suo cammino di crescita giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ha molteplici ruoli.
Il gallerista è il primo fan dell’artista, colui che crede nel suo lavoro, nella sua poetica e nel suo successo, cercando di far sì che anche gli altri se ne accorgano.
È un intimo consigliere, per le scelte artistiche e strategiche.
È una vetrina di visibilità per l’artista, se ne fa promotore attraverso le mostre, le fiere, i propri canali di comunicazione.
È un facilitatore di relazioni tra collezionisti, curatori, giornalisti…
Quali sono le tendenze più rilevanti nel mercato dell’arte per la tua galleria?
Il filo conduttore della mia galleria, Zanini Arte, è una scelta di artisti che reinterpretino il passato in chiave contemporanea, ciascuno con la sua cifra stilistica. Il risultato sono artisti che parlano linguaggi diversi ma esprimono tutti cosa stanno vivendo e da dove arrivano. La maggior parte dei miei artisti fanno arte figurativa, in buona parte neo pop, ma non solo.
Come si determina il coefficiente di un artista? E quali fattori possono influenzarne l’aumento o la diminuzione?
Il coefficiente di un artista dipende dalla sua notorietà e dal percorso compiuto: dalle mostre collettive alle personali, dalla visibilità nazionale a quella internazionale. Ma soprattutto, è il mercato a determinarlo. Come in qualsiasi altro settore commerciale, il rapporto tra domanda e offerta è decisivo. Se un artista vende molto o partecipa a progetti di rilievo, il suo coefficiente cresce; se smette di essere richiesto, può calare.
Quali consigli daresti a chi vuole iniziare ad investire e avere una collezione d’arte?
Scegliete opere che vi emozionano. Gli investimenti possono deludere, ma la gioia di vivere ogni giorno accanto a un’opera che amate è impagabile.
Qual è il bilanciamento nella tua galleria tra artisti emergenti e affermati?
Diciamo che ci riteniamo dei buoni talent scout. Selezioniamo con grande ricerca e attenzione artisti emergenti nei quali intravediamo un futuro brillante e li accompagnamo in un percorso di crescita.
Alcuni di loro ora sono affermati a livello internazionale, il che ci conferma che forse siamo sulla giusta strada, dal 1914.
Quanto è importante il valore economico rispetto al valore culturale o emozionale di un’opera?
Il valore economico è solo un numero. Il valore culturale o emozionale, invece, a mio avviso, è molto di più. Certo, scegliere di investire su “cavalli vincenti” può dare sicurezza, ma il mondo del lusso ha sempre una parte di incertezza, almeno finché non saremo in grado di predire il futuro.
Mentre il valore emotivo che trasmette un’opera è personale e nessuno può togliertelo o dirti che vale meno, così come il valore educativo e culturale. La storia è fatta di geni che, attraverso il loro lavoro, ci hanno insegnato a guardare il mondo da prospettive diverse.
Come vedi l’integrazione della tecnologia nel mercato dell’arte, ad esempio attraverso NFT o gallerie virtuali?
Ci credo fortemente. Come Zanini Arte siamo stati tra le primissime gallerie a livello internazionale a promuovere l’arte digitale su blockchain.
Già dal 2019, agli albori del mondo della crypto art, abbiamo presentato opere NFT in fiera e nella nostra galleria grazie al duo OG Hackatao che ci ha fatto scoprire questa nuova corrente artistica sul nascere. E anche nei momenti di crisi del mondo web3 abbiamo continuato a crederci e fare educational, pur senza un ritorno economico.
Personalmente come manager, curatrice e speaker da diversi anni ho intrapreso la scelta di seguire principalmente il mondo dell’arte phygital.
Quali sono le tue previsioni per il mercato dell’arte nei prossimi anni?
Viviamo sempre di più in un mondo in cui fisico e digitale si intrecciano, realtà e finzione tenderanno quasi a sovrapporsi.
Credo pertanto che l’arte, per parlare il linguaggio del proprio tempo, non possa ignorare il digitale, ma nemmeno abbandonare la manualità e soprattutto l’ingegno creativo. La differenza sta nella mente che crea.

Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin.
Precedentemente è stata un’autrice di diversi magazine crypto all’estero e CMO di Eidoo. Oggi è anche co-founder e direttrice di Econique e della rivista Cryptonomist. E’ stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes.
Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro “NFT: la guida completa’” edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.