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MAXXI Bulgari Prize, Hamouda e i vincitori delle scorse edizioni

Per la rubrica “Artisti di punta”, ci soffermiamo sul MAXXI Bulgari Prize. Monia Ben Hamouda si è aggiudicata la vittoria nella quarta edizione. Vediamo, inoltre, chi si è aggiudicato il prestigioso premio nelle precedenti premiazioni. Quali sono state le triadi di finalisti selezionate negli anni?

Chi ha vinto quest’anno 

Monia Ben Hamouda ha vinto la quarta edizione del MAXXI Bulgari Prize, com’è stato annunciato il 17 gennaio scorso. La sua opera Theology of Collapse (The Myth of Past) I – X coniuga pittura e scultura. La cultura del Medio Oriente fiorisce, inoltre, grazie all’ispirazione ricavata dalla calligrafia islamica e l’uso di spezie.

MAXXI-BVLGARI-PRIZE,Monia Ben Hamouda, ph.CosimoTrimboli
MAXXI-BVLGARI-PRIZE,Monia Ben Hamouda, ph.CosimoTrimboli

Cos’è il MAXXI Bulgari PRIZE

Il premio nasce nel 2018 per iniziativa del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma – e della maison Bulgari. L’obiettivo è sostenere e promuovere l’arte contemporanea rappresentata da giovani artisti. In sintesi, il premio vorrebbe essere riconosciuto come i fratelli maggiori più noti: il Turner Prize nel Regno Unitohttps://econique.art/artista-jasleen-kaur-turner-prize-2024/ e il Premio Duchamp in Francia.

L’opera vincitrice di Monia Ben Hamouda

MAXXI-BVLGARI-PRIZE, MoniaBenHamouda, TheologyOfCollapse-2024, ph.MUSA
MAXXI-BVLGARI-PRIZE, MoniaBenHamouda, TheologyOfCollapse-2024, ph.MUSA

Theology of Collapse (The Myth of Past) I – X,  come indica la numerazione, è formata da dieci pannelli in ferro. Intagliati a laser, sono decorati con elementi ornamentali che si ispirano all’eleganza della calligrafia islamica e ai motivi astratti delle moschee. In aggiunta, la pittura è ottenuta dall’uso di spezie come paprika, ibisco e cannella. L’artista, parlando della sua opera, si sofferma sull’idea di collasso. Ad averla spinta a realizzare questa grande parete è stato il desiderio di creare uno spazio fisico con vuoti e pieni, di erosione del momento contemporaneo in cui sente di trovarsi. Cita una frase di Marcel Duchamp “Le opere d’arte dentro i musei vanno a morire”. Hamouda vuole sovvertire questa tendenza. Come? Portando il museo dentro al suo lavoro e non viceversa.

Chi erano gli altri finalisti e la giuria del MAXXI Bulgari Prize

MAXXI BVLGARI PRIZE, BintaDiaw_RiccardoBenassi, MoniaBenHamouda ph.CosimoTrimboli
MAXXI BVLGARI PRIZE, BintaDiaw_RiccardoBenassi, MoniaBenHamouda ph.CosimoTrimboli

I finalisti della quarta edizione del MAXXI Bulgari Art Prize, oltre a Monia Ben Hamouda, sono stati Riccardo Benassi (Cremona, 1982) e Binta Diaw (Milano, 1995). Le loro opere che erano in lizza per il premio sono esposte nella Sala Gian Ferrari del Museo fino al 2 marzo 2025.
La giuria che ha selezionato i finalisti era composta da: Andrea Lissoni – direttore artistico della Haus der Kunst di Monaco-; Diana Campbell – direttrice artistica della Samdani Art Foundation con sede a Dhaka e curatrice capo del Dhaka Art Summit -; Francesco Stocchi – direttore artistico del MAXXI di Roma dal 2023, prima curatore del Boijmans Van Beuningen di Rotterdam-; Nicolas Bourriaud – celebre critico d’arte, teorico dell’Estetica relazionale -; Ute Meta Bauer – curatrice tedesca ora direttrice della Biennale d’Arte dell’Arabia Saudita e Direttrice Fondatrice dell’NTU Centre for Contemporary Art Singapore.

Alessandra Ferrini vince nel 2023 il MAXXI Bulgari Prize

Nel 2023, Alessandra Ferrini (Firenze, 1984) ha vinto il MAXXI Bulgari Art Prize. Gaddafi in Rome: Notes for a Film è entrata a far parte della Collezione del MAXXI Arte, come in precedenza le opere di Diego Marcon e Tomaso De Luca. Nella sua ricerca, Ferrini si focalizza sullo studio dei retaggi del colonialismo e del fascismo italiano. Indaga come l’identità nazionale venga comunicata dagli organi di potere. Analizza, in particolare, come l’informazione e il modo in cui viene veicolata influenzi – mitigando o enfatizzando, manipolando o distorcendo i fatti – la comprensione degli eventi geopolitici. L’opera prende in riferimento la prima visita ufficiale in Italia di Muammar Gheddafi nel 2009. L’occasione era la firma del Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia. Parte, tuttavia, dalla comunicazione dell’evento storico da parte di media come Repubblica.

Chi erano gli altri finalisti e la giuria nel 2023

La triade di finalisti era composta da Namsal Siedlecki (Greenfield, USA 1986, vive e lavora a Seggiano) e Silvia Rosi. Quest’ultima è una fotografa nata vicino Reggio Emilia, nel 1992, che vive e lavora tra San Cesario sul Panaro (Modena), Lomé (Togo) e Londra.

La giuria era composta da Hoor Al Qasimi – Presidente e Direttrice Sharjah Art Foundation –, Chiara Parisi (Direttrice Pompidou-Metz), Dirk Snauwaert (Direttore WIELS Contemporary Art Centre), Hou Hanru – direttore artistico del MAXXI Roma dal 2013 al 2023 – e Bartolomeo Pietromarchi – ora direttore del MAXXI Aquila.

Chi ha vinto le prime edizioni del premio

Alessandra Ferrini ha vinto nel 2023. La prima edizione, nel 2018, è stata vinta da Diego Marcon (Busto Arsizio, 1985). Gli altri finalisti erano Talia Chetrit e Invernomuto. il video in CGI (computer-generated imagery) Ludwig, della durata di un minuto, si ripete in loop mostrando l’animazione di un bambino nella stiva di una nave in tempesta. Il piccolo intona una canzone mentre cerca di accendere un cerino, allusione all’idea fioca di speranza.

Tomaso De Luca (Verona, 1988) ha vinto, invece, la seconda edizione. Era in compagnia dei finalisti Giulia Cenci (Cortona, 1988) e Renato Leotta (Torino, 1982). De Luca ragiona sul problema della Gentrificazione con l’opera A Week’s Notice in cui maquette di case collassano davanti ai nostri occhi.

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