Nato nel 1973 a Bologna, Federico Solmi vive oggi a New York. Il suo lavoro innovativo in campo video e audio è stato premiato con una John Simon Guggenheim Memorial Fellowship nel 2009.
Abbiamo cosi avuto il piacere di intervistare Federico Solmi per parlare delle sue influenze artistiche e del suo mercato negli States e non solo.
Come definiresti la tua evoluzione artistica e come questa ha influenzato il tuo
posizionamento nel mercato dell’arte?
Il mio percorso sin dagli esordi ha preso una traiettoria molto atipica, non convenzionale. Per
me l’arte ha sempre significato prima di tutto una dimostrazione di grande individualità. Di
formazione sono autodidatta, credo che questo aspetto mi ha dato dei grandi vantaggi perché
non avendo mai avuto un mentore o dei professori con cui mi sono dovuto relazionare
quotidianamente ho avuto possibilità di sperimentare senza paura di sbagliare seguendo il mio
istinto e la mia curiosità.
Questa assenza di istruzione accademica mi ha permesso di sperimentare e di implementare molto in anticipo nel mio lavoro pittorico linguaggi derivati dai mondi e dalle tecnologie digitali. Questa formazione atipica mi ha permesso di creare ed imporre uno stile distinto dagli artisti della mia generazione.
Dal 1999 ho scelto di abitare a NY, durante gli ultimi due decenni il mio lavoro ha avuto una forte visibilità in gallerie, istituzioni e musei d’arte contemporanea un po’ in giro per il mondo.
In che modo il tuo stile unico si riflette sul valore delle tue opere nel mercato?
Credo che le mie opere abbiano un forte impatto sulle nuove generazioni e sul collezionismo
esperto che riconosce nel mio lavoro e nelle mie opere un grande senso di libertà dai canoni
tradizionali.
La sperimentazione, la ricerca di uno stile unico e distinto e il coraggio di parlare di
temi a volti anche scomodi che affliggono la nostra società mi hanno permesso di adottare un
approccio molto singolare, e credo che il pubblico ed il mercato riconoscono queste mie
caratteristiche.
Qual è la tua opinione sull’utilizzo del coefficiente per valutare un artista? Lo consideri un indicatore utile o limitante?
Sinceramente nel mercato americano dove principalmente mi sono formato ed ho esposto negli
ultimi due decenni non si è mai parlato di coefficienti come se ne parla in Europa. Certo con le
gallerie lavoriamo con dei listini prezzi basati sulle dimensioni delle opere, ma il coefficiente non è un concetto così forte come sento dai miei colleghi in Europa.
Come descriveresti il tuo rapporto con i collezionisti? Quali sono le qualità che apprezzi di più in un collezionista?
Naturalmente nutro un grande rispetto e un senso di gratitudine verso i collezionisti che mi
permettono di portare avanti la mia ricerca. Chiaramente non si può generalizzare perché di
collezionisti ne esistono di varie categorie.
Io tendo a trovarmi molto a mio agio con i collezionisti che sentono l’arte in maniera molto personale ed istintiva e che non cadono nelle trappole delle mode del momento. Ammiro soprattutto i collezionisti che intravedono attraverso
la loro passione per l’arte, la possibilità di poter condividere insieme agli artisti che sostengono
un viaggio meraviglioso nella creazione di qualcosa di eccitante unico.
In quali mercati geografici vedi maggiore interesse per il tuo lavoro e cosa pensi
distingua questi mercati?
Per circa 20 anni il mio mercato principale sono stati gli Stati Uniti, in quanto le mie gallerie
principalmente erano attive nelle città di New York, Los Angeles, Chicago e Miami. Dopo la
pandemia tutto è cambiato ed é difficile prevedere che cosa succederà in futuro.
Per il 2025/2026 mi piacerebbe avere una forte presenza e trovare ottime opportunità negli Emirati Arabi, a Dubai in Qatar.
Hai in programma collaborazioni o mostre?
Ho tante cose che bollono in pentola, penso che il 2025 sarà un anno fantastico!! Sono super
ottimista sto lavorando ad un nuovo progetto molto ambizioso, sono ancora nelle fasi iniziali ti
faro sapere al più presto!!
In bocca al lupo quindi a Federico Solmi!

Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin.
Precedentemente è stata un’autrice di diversi magazine crypto all’estero e CMO di Eidoo. Oggi è anche co-founder e direttrice di Econique e della rivista Cryptonomist. E’ stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes.
Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro “NFT: la guida completa’” edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.