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ArteFiera, la sezione contemporanea

Siamo alla 48esima edizione di Arte Fiera a Bologna, la fiera di arte moderna e contemporanea più longeva d’Italia. La prima edizione nacque intorno a un nucleo di 10 gallerie e si tenne a giugno 1974. I passanti osservavano i dipinti mentre gustavano un gelato. Adesso siamo nella fredda Bologna invernale con ben 176 gallerie e 50.000 presenze registrate! 
Cosa colpisce di questa fiera rispetto ad Artissima e a Miart? Si profila una dimensione più domestica, di qualità. Gli artisti sono internazionali ma la maggioranza delle gallerie è di matrice italiana, a parte alcune notevoli eccezioni. Il direttore Simone Menegoi ha intitolato questa edizione Scena Italia. Passerà lo scettro, il prossimo anno, all’esperto di pittura delle nuove generazioni Davide Ferri, critico e curatore indipendente. La fiera si divide in 2 padiglioni, uno focalizzato sul moderno e uno sul contemporaneo.

Quali sono le sezioni di ArteFiera

Alle gallerie della Main Section si alternano quelle che hanno aderito alla sezione “Percorso”, esplorando il concetto di “Comunità: non ‘io’ ma ‘noi’”. Quindi, sono presenti 4 sezioni curate. Fotografia e immagini in movimento è coordinata, per il terzo anno consecutivo, da Giangavino Pazzola, associate curator di Camera (Torino). La sezione è strutturata come un osservatorio sulle tendenze emergenti, poste in relazione con recuperi storici. Pittura XXI segue il format e la selezione di Davide Ferri. Multipli si occupa delle opere in edizione e della loro riproducibilità. È sotto la guida del critico e storico dell’arte Alberto Salvadori. Prospettiva, new entry del 2025, si offre di attingere alla fonte dell’arte emergente. Sia gallerie di apertura recente, sia realtà che lavorano da anni hanno aderito dando spazio a monografiche di giovani artisti. La curatela è stata affidata, in questo caso, a Michele D’Aurizio, curatore e critico attivo tra Italia e USA.

La Main section di ArteFiera del Padiglione contemporaneo: Pinksummer

Pinksummer
Anna Scalfi Eghenter, Pinksummer

L’assoluta novità quest’anno è il lavoro, presentato da Pinksummer (Genova), di Anna Scalfi Eghenter (1965). È la prima volta che l’artista trentina si fa rappresentare da una galleria. L’artista sarà alla Biennale di Berlino. Si legge la scritta “Comunista” che deriva dal titolo del lavoro Communio pro indiviso. È composta da ben 285 pixel (neon). Ogni collezionista può acquistare solo un singolo pixel, per il valore di 7000 euro. Un altro lavoro di Scalfi Eghenter rappresenta la percentuale delle donne rappresentate nei parlamenti europeo, americano e cinese. Per tale ragione, le bandiere sono tagliate creando una striscia verticale veramente esigua. Diventa subito lampante il divario di presenze femminili a occupare gli scranni dei posti di potere. Costo? 35.000 le 3 bandiere insieme, 15.000 la singola bandiera. Sì, è in vendita anche quella italiana… sperando la sua superficie sia maggiore di un filamento.
L’artista ha inaugurato il 19 settembre anche una personale da Ar/Ge Kunst Bolzano.

Galleria Continua e Raffaella Cortese

Si nota subito Galleria Continua con l’opera Liggende – arcangelo 3 della belga Berlinde de Bruyckere, 350.000 euro di bellezza e violenza (sia il prezzo che l’opera sono un colpo al cuore). Un suo bel collage proposto risulta più accessibile, per un valore di 45.000 euro.
Tree House di Hans Op De Beeck è proposto a 90.000 euro.

Edi Hila, Raffaella Cortese, ArteFiera

Da Raffaella Cortese, si fa notare Barbara Bloom (1951, Los Angeles, ha 83 anni) che traduce con i punti del braille una poesia di André Gide su un arazzo da 35.000. Il componimento descrive la sensazione di felicità data da un cielo terso, la contemplazione del visibile e il pensiero sull’invisibile. I dipinti dell’albanese Edi Hila (1944) mostrano un paesaggio che, partendo dalle della Guerra dei Balcani degli anni Novanta, sfuma nell’astratto. Ancora, sono presenti opere di Francesco Arena, di Silvia Bächli e di Monica Bonvicini sui Disastri ambientali del Reno (che vendono bene).

ZERO…

Passiamo da Zero… Presenta una parete di Cally Spooner, il titolo è Screen Test for the Psoas Muscle. La parete dipinta vuole congelare lo stato di stress legato all’iper-performatività dell’uomo contemporaneo, costantemente connesso. Lo Psoas, infatti, è un muscolo tra reni e fianchi che regola le emozioni. Non può essere controllato e influisce sui movimenti. Si sente solo quando non sta bene altrimenti è latente. Regola il movimento in orizzontale, verticale e circolare. Un piccolo tesoro spicca su questa parete: è un piccolissimo dipinto (14 x 10 cm) di Marta Naturale che inganna l’occhio, sembra una fotografia: Tetti (V) 8.000 euro! 

Adam Gordon (1986, Minneapolis) vende subito un suo dipinto che rappresenta un’inquietante bambola-bambina per un valore che si aggira intorno 15.000.
Anche l’opera del franco-tunisino Alex Ayed, a 8.000 euro, un assemblaggio secondo un’estetica che parte da elementi della quotidianità – in questo caso sapone di Marsiglia con un insetto incapsulato – viene subito venduta. 

Le gallerie romane, The Gallery Apart

The Gallery Apart (zona Ostiense) presenta opere di Cesare Petroiusti dai 12.000 ai 15.000 e delle opere che fanno parte di una serie da 50: cornici che presentano tasselli tagliati da un’unica banconota da 500 euro. Singolarmente il costo è di 2.800 euro. Poi, le opere fortemente politiche di Chto Delat, collettivo Russo di 11 persone, quasi tutte esuli da San Pietroburgo in quanto dissidenti. Sono poeti, giornalisti e artisti. Alcuni dei lavori presentati fanno parte della “Trilogia Zapatista” come l’arazzo che rappresenta la cartina di Chiapas, stato del Messico meridionale che confina con il Guatemala. 

Le gallerie romane, Matèria

Matèria, galleria romana con sede a San Lorenzo, compirà presto 10 anni. Per festeggiare inaugura il 13 febbraio una collettiva di lavori su carta. Aderiscono a questa speciale giornata anche Monitor e Gilda Lavia. 
Marta Mancini è presente in fiera con un nuovo ciclo di dipinti in cui le cromie sono insolite per la tavolozza dell’artista (sono presenti anche tonalità pastello) e le piccole pennellate si sovrappongono. Qui l’artista gioca anche con i formati – nella serie delle “Molle” dominava il formato verticale delle tele. Il range di prezzi va dai 1.800 ai 2.300 per le tele più minute.
Maïmouna Guerresi (Vicenza, 1951) è un’artista affermata a livello internazionale, le cui opere sono in collezioni prestigiose come il LACMA a Los Angeles, Palazzo Forti a Verona, il MIA a Minneapolis. Il suo arazzo è proposto a 15.000, mentre la fotografia (in edizione) a 4.800. L’opera di Giuseppe De Mattia, Invidioso a 3.800 euro, è in legno e cartapesta.

Tucci Russo, Spazio A, Prometeo Gallery, Umberto Di Marino

Zehra Dogan, foto Giorgia Basili

Da Tucci Russo notiamo un Gilberto Zorio del 2024 a 195.000 euro. Da Spazio A un nuovo lavoro di Chiara Camoni – forte dell’ultima personale all’Hangar Bicocca e della presenza internazionale. Costo? 18.000 più iva. Prometeo Gallery di Ida Pisani punta sugli arazzi dell’artista e dissidente Zehra Dogan. È in buona compagnia: Giuseppe Stampone, Silvia Giambrone e Luca Bertolo.
Nello stand della Galleria Umberto Di Marino (Napoli) spicca un lavoro di Eugenio Tibaldi che riflette sull’impatto dell’architettura che influisce sull’economia e sull’estetica territoriale.

I volti di Chiara Calore da Giovanni Bonelli e lo stand geopolitico di Giampaolo Abbondio

Chiara Calore, Galleria Giovanni Bonelli
Chiara Calore, Galleria Giovanni Bonelli

Tre opere di grandi dimensioni dell’artista Chiara Calore, volti femminili dove si insediano fiori e insetti, troneggiano nel booth di Galleria Giovanni Bonelli.
Giampaolo Abbondio cura uno stand marcatamente geopolitico. Sfoggia un pezzo da brividi: una carta che rappresenta svariate armi, realizzata da Pino Pascali nel 1960 (trattativa riservata, sui 100.000 euro). Attorno a quest’opera ruotano altri lavori che giocano sull’idea delle armi come oggetto del desiderio, sul potere e sul delirio di onnipotenza. Robert Gligorov, con un’immagine vetrificata, rappresenta la bandiera cinese e le contraddizioni dello Stato (15.000 più iva). Ofri Cnaani (1975), israeliana, presenta Oriental Landscapes, una serie che trasforma la Palestina in località turistica attraverso l’idea, ormai obsoleta ma simbolica, della cartolina.

I Solo Show di Artefiera, Traffic e Magazzeno

Traffic Gallery Booth at Arte Fiera 2025 Bologna

Traffic (Bergamo) si nota per il linguaggio ultracontemporaneo. Lo stand è completamente dedicato a Hyun Cho (ha studiato a Sydney). L’artista coreana si è fatta conoscere sia per la recente residenza a Palazzo Monti (Brescia), sia per la residenza di Via Farini (Milano). Lavora “rubando” simboli del paesaggio urbano. Realizza così sculture digitali con aggiunta di led stile Las Vegas, scritte in forma di “breaking news”, slogan da canzoni pop e punk come “Ask my daddy” e “Hunky Funky”. Ha esposto anche negli spazi della galleria bergamasca. L’estetica colpisce anche per il carattere impattante del colore.
Anche Magazzeno (Bologna) opta per un solo show e la scelta si rivela vincente. Giovanni Ceruti (Firenze, 2000), all’ultimo anno dell’Accademia di Belle Arti, cattura l’attenzione. Le opere, dai 1800 ai 5500 (2,5 x 1,60 metri) sono state vendute con successo!

Le milanesi Nashira Gallery e Ipercubo

Da Nashira Gallery (Milano) un solo show di Andrea Grotto La coda dell’occhio. I prezzi abbracciano un range tra i 3000 e i 7.500. L’artista parte dal fenomeno della visione periferica che ci conduce verso ciò che è nascosto, tra realtà e immaginario, per indagare ciò che si nasconde oltre l’ombra e il silenzio.

Da Ipercubo una selezione di opere poetiche di Almudena Romero (Madrid, 1986; vive a Londra) che impressiona le fotografie delle sue mani e di quelle della nonna sulla superficie delle foglie. Usa una tecnica antica che sfrutta la clorofilla. Sono state vendute in fiera 7 opere e altre sono in trattativa. I prezzi vanno dai 1.800 delle foglie più piccole ai 10.600 di Studies on my grandma’s garden.

I solo show delle romane Monti8 e Unosunove

Monti8, una delle nuove gallerie romane aperte nel quartiere San Lorenzo, presenta un booth sugli stereotipi legati all’omosessualità. Pacifico Silano, artista di Brooklyn, parte dalla rimozione coatta, nell’album di famiglia, delle immagini dello zio omosessuale. Un’installazione di 5 scatti è proposta a 4.700 euro.


Da Unosunove trionfa il linguaggio pittorico a tasselli e pixel di Luca Grimaldi, con buon richiamo anche per i collezionisti. Il range di prezzi va dai 1.800 del piccolo dipinto che ritrae una banconota agli 11.000 del ferro da stiro. Vendute le opere che rappresentano un broccolo, una piramide di uova, uno dei “Cancelli”, spiagge libere frequentate dai romani, tra Ostia e Torvaianica.

Vedremo nel prossimo approfondimento le gallerie presenti nel padiglione moderno.

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