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Arte Fiera, il contemporaneo nella sezione moderna

Ritorniamo su Arte Fiera! Un mio amico collezionista mi ha fatto un appunto sull’articolo precedente sulla fiera bolognese, è una panoramica ma non si capisce come sia andato il mercato. Effettivamente, non è un fatto così chiaro. Parlando con i galleristi molti sono sembrati entusiasti ma altri hanno parlato di un rallentamento del mercato. Sarà merito anche delle politiche economiche che non lo supportano? Non è un caso se, proprio durante lo svolgimento di Arte Fiera, alcuni dei 74 membri di Italics Art hanno messo in atto una protesta. Hanno fischiato contro l’approvazione del Decreto Cultura da parte della Camera dei Deputati poiché non è stata ridotta l’IVA legata alle vendite di opere d’arte. Dunque, sono state tradite le promesse fatte in precedenza, assestando un colpo basso al mercato culturale.

Il parere di un artista su Arte Fiera: Antonello Viola

Mi sono confrontata con un artista, Antonello Viola, rappresentato da Alessandro Casciaro (Bolzano e Venezia). Ne è seguita questa considerazione: Bologna sfoggia un mercato eterogeneo. Molti collezionisti sono locali ma vengono anche da molte parti d’Italia, forse poche sono le presenze internazionali. L’atmosfera che si è respirata, durante questa edizione, è quella di un cambio di atteggiamento, di una fiera in contenimento. Il pubblico è stato guardingo, ha comprato con cautela opere sotto i 10.000, studiando il tutto in maniera composta. Nonostante ciò, il volume di persone e di introito risulta mostruoso a parere di Viola, se poniamo il confronto con fiere come Artissima e Miart.
L’artista ha, ad esempio, venduto più di 4 opere, a collezionisti di Napoli, Roma, Milano e Bologna, in un range di prezzo che va dai 7.500 euro ai 15.000.
Andiamo ora a osservare da vicino il padiglione di arte moderna. Si individuano opere e stand non solo focalizzati su artisti blue chip ma anche su validi artisti emergenti.

Il Padiglione moderno di Arte Fiera, tra passato e presente

Presso la Galleria Tonelli di Corso Magenta (Milano) spicca Contrappunto Piano, realizzato nel 1973 da Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986), in vendita a 95.000 euro. Un’opera raffinata con un titolo che sconfina nel mondo della musica, interesse prezioso per l’artista trentino, parente di Luigi Nono (Venezia, 1924 – Venezia, 1990) compositore e scrittore italiano, e del pianista e musicista Maurizio Pollini. L’opera Milady, interessante a livello compositivo, è un decollage di Mimmo Rotella del 1980.
A tal proposito, lo stand di Elena Del drago, EDDart – galleria nella splendida cornice di Palazzo Taverna a Roma -, sfoggia un solo show di Mimmo Rotella. Dipinti come Collage 1956, Galassia 1957 (10.000 euro), Conservate queste figurine! del 1961 (costo 75.000) non passano inosservati. Cattura subito l’attenzione anche lo stand di Coppetti, tutto dedicato ad Afro Basaldella con sculture dal sapore totemico in legno.

La mostra fotografica della galleria Il Ponte

Presso lo stand della fiorentina Il ponte, è stato cucito un percorso che rievoca tutte le esposizioni fotografiche tenute in galleria dalla sua apertura nel 1965. Troviamo Ulrich Egger, nato in provincia di Bolzano nel 1959, con le sue fotografie che accolgono elementi tridimensionali dalla realtà. Pierluigi Fresia, fotografo torinese, rappresenta situazioni sospese. Sono presenti anche Luca Maria Patella e la moglie Rosa Foschi, poi tre trittici di polaroid giganti di Davide Mosconi (artista proveniente dalla grafica pubblicitaria). Marina Ballo Charmet, fotografa e psicoterapeuta infantile, presenta scatti sovraesposti ma allo stesso tempo dai colori iper saturi che riflettono sulle relazioni paterne: la serie “Tatay” traduce la parola “papà” in filippino (Tatay #4 è proposto a 3.000 euro, una stampa più grande a 6.000).

Lunetta 11 nel padiglione d’arte moderna di Arte Fiera

Lunetta 11 (Torino e Alta Langa) vanta un allestimento armonico. Da una parte, i grandi dipinti di Ismaele Nones, figlio di un iconografo bizantino, e le opere di Giulio Paolini del 2024 (16.000 euro) e del 1967 Una Poesia. Dall’altra, nuovi talenti. Sara Cortesi, artista venticinquenne di Bologna che lavora sull’organico e sulla natura. Ha studiato a Nizza, nella prestigiosa Villa Arson. Propone una pendola – Hulahop a 3.000 euro – che riflette sull’icona della palma, una gonnella aziona il suo meccanismo. L’opera Margini (10.000 euro), è un set di coltelli prodotti con il supporto di una vetreria di Bolzano. Il titolo e la forma si riferiscono alle piante spontanee che si chiamano vagabonde (come la gramigna). Ancora, sono presenti lavori di Edoardo Manzoni, cresciuto vicino a Monza (32 anni) e insignito del Premio Fabbri, e di Emma Scarafiotti, video-artist.

La galleria Niccoli con CCH e Nicus Lucà

Accanto a Lunetta 11, lo stand di Marco Niccoli (Parma) con un duo-show. Nicus Lucà, nato a Torino nel 1961, è stato collaboratore di Aldo Mondino. Un’opera riprende l’iconografia di Volo delle streghe di Francisco Goya. L’artista passa con degli spilloni la superficie della tela, restituendo allo sguardo la parte acuminata. Emerge quindi il senso di pericolo, l’idea della tela forata (alla Fontana) ma, allo stesso tempo, integra. L’arte diviene arma di destabilizzazione e affrancamento dalla dipendenza. Lucà inizia, infatti, i suoi lavori nella Torino degli anni di Piombo, quando la droga era un morbo asfissiante. Bello e disarmante il lavoro ispirato all’Angelo caduto di Alexandre Cabanel (22.000 euro). Ogni spillo è NO reinterpreta, invece, il Grande NO di Mario Schifano. Come scrive Massimo Belli nel suo testo critico “gli spilli ci guidano lontano dal quadro per poterne apprezzare il complessivo, sostituendoci la pasta pittorica con la pettinatura metallica”.
CCH, nato a Livorno nel 1968, con Putin Drawings ingrandisce degli scarabocchi fatti dal presidente russo, in un momento di distrazione, ma non sfuggiti all’occhio della telecamera.
Un volto stilizzato, un uccello in volo sono tracciati su un foglio mentre la testa vaga, svelando il lato “umano” di quello che sembra un’impassibile e impietosa macchina da guerra. La macchia sull’abito lindo, lo stress della gestione del potere, i pensieri che corrono dietro la facciata “filtrata” e ufficiale. Le tele attraversate da parole corsive fanno parte, invece, della serie Suicide Letter. Leggiamo le ultime parole vergate da chi ha scelto di togliersi la vita, l’“ultima testimonianza tattile della loro presenza”.

ABC – Arte di Milano

Entriamo nello stand di ABC – Arte Milano, attratti dalla scultura di Chiara Crepaldi, assistente alla Fondazione Pomodoro. La leggerezza del bronzo (7.500 euro) e il modo vibrante in cui è lavorato calza a pennello con il titolo, Coralli. Addentrandoci, incontriamo un dipinto di Flaminia Veronesi (rappresentata anche da Tommaso Calabro), che ha realizzato recentemente le vetrine di Marni a Milano. Siamo poi incuriositi dall’opera di Zé Tepedino (1990), artista e surfista di Rio de Janeiro. Ha esposto nelle più affermate gallerie brasiliane, quali Casa Triângulo (São Paulo) e A Gentil Carioca (Rio de Janeiro). Il suo approccio creativo parte dagli scarti e dai rifiuti abbandonati sulla spiaggia di Rio, dove ha insediato il suo atelier. A 3.500 euro è proposta la serie Ascençao (composizioni ricavate da ritagli delle infradito Havaianas). L’opera Corta vento è a 8.500 mentre Hibisco, il lavoro più maturo a livello formale, a 9000 euro.

Litografia Bulla e Apalazzo Gallery di Brescia

Ci fermiamo allo stand di Litografia Bulla, la litografia più antica d’Italia ancora attiva, nata a Parigi nel 1818 e trasferitasi a Roma nel 1840. La sede si trova proprio dietro Piazza del Popolo e propone stampe preziose. Sono state elaborate da artisti del calibro di Luigi Ontani, Giosetta Fioroni, Aldo Mondino. Notiamo un bel autoritratto di Roberto De Pinto proposto a 1.000.

Apalazzo Gallery di Brescia, della gallerista Francesca Migliorati, dedica lo stand al duo Eva e Franco Mattes, di cui si segnala l’intervento all’Ex Garage Bentivoglio. Le sculture, che riflettono sull’energia che consumiamo con i nostri smartphone, sono proposte a 6.500 più iva (i più piccoli) e 10.000 (il lavoro più grande). 

La delicatezza pittorica dello stand Société Interludio

Dettaglio da Keep Smoking, Sebastiano Impellizzeri

I dipinti di Sebastiano Impellizzeri da Société Interludio sono paesaggi dalla carica erotica latente. Mappano luoghi italiani di Battuage-Cruising. Molti lavori partono dallo studio delle cromie urbane di Milano, come quelle appuntate sui biglietti dell’autobus. Sulla tela è impressa la memoria retinica. Dai 1.500 più iva dei lavori più piccoli si arriva ai 15.000 di un’opera molto intima, non esposta. Sprigiona una rara sfumatura emotiva. Si tratta di Keep smoking, un polittico di 15 (3 fila da 5) riquadri. Sembra una campionatura pittorica sulle tonalità del rosa. Avvicinandosi, le strisce rosa si rivelano una miriade di cartine Bravo (per il drum). È una dedica a una vita sfumata e a un amore perduto, suggellato con una grazia che non necessità svolazzi di parole. Facendo leva sull’empatia e sul messaggio veicolato si arriva dritto al punto, come l’indimenticabile Félix González-Torres. L’opera era inclusa nella mostra Se domani non torno brucia tutto.

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Giulio Catelli, dettaglio opera, stand Galleria Richter

Dello stand dell’Accademia Di Belle Arti di Firenze notiamo la giovanissima Alessandra Mazzari. La storia di Barbablù e della settima moglie che riesce ad affrancarsi dalla violenza dell’uxoricida è solo un espediente narrativo. Già si percepisce una pittura fresca che ha buone potenzialità di crescita. Buona la prima performance nella fiera bolognese della Galleria Richter (romana) che punta su due degli artisti più promettenti della sua scuderia. Luca Grechi (Grosseto, 1985) che porta grandi tele caratterizzate da una palette insolita per l’artista. La sua è una pittura di stratificazioni, luminosa e vibrante. Giulio Catelli (Roma, 1982) parte dall’esperienza vitale, dai volti di amici e passanti. Sono ritratti sia i luoghi dell’intimità domestica sia i parchi e le ville capitoline. Catelli riesce a restituire il fluire della contemporaneità, portandola, tuttavia, fuori dal tempo e dallo spazio. Suggella la poesia degli attimi con sguardo limpido e una pittura sulla scia Post-Impressionista.

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